I FUNGHI
Un passatempo piacevole per molte persone è fare una passeggiata in montagna alla ricerca dei funghi destinati alla tavola. Purtroppo, da qualche anno il fenomeno è diventato preoccupante per la salvaguardia dei boschi poiché non tutti hanno un comportamento corretto di rispetto per le piante e di tutta la vegetazione in generale. Per rimediare a queste cattive abitudini, le Regioni hanno legiferato norme comportamentali e corsi di preparazione che danno una minima conoscenza scientifica della raccolta dei funghi epigei spontanei.
Tutte le Regioni hanno provveduto ad inserire nelle loro leggi corsi di preparazione micologica delegando Associazioni Micologiche autorizzate o Micologi iscritti. L’educazione alla raccolta dei funghi è utile soprattutto a quei cercatori abituati a raccogliere specie che non conoscono ed evitare così pericolose confusioni o, ancora peggio, gravi avvelenamenti. E’ bene ricordare che molti funghi sono velenosi, alcuni anche mortali.
Pertanto una regolamentazione sia a riguardo della tutela dei funghi, che della tutela della salute pubblica mediante appositi servizi di controllo micologico e corsi di preparazione micologica è stato l’obiettivo dichiarato da tutte le Regioni.
La raccolta deve rappresentare un piacere naturalistico e deve essere svolta rispettando questo patrimonio che la natura ci offre. I funghi anche se velenosi non vanno calpestati o distrutti perché anch’essi, come tutti gli organismi naturali, contribuiscono all’equilibrio ed alla salvaguardia dell’ecosistema; essi vivono soprattutto per contribuire all’equilibrio biologico della natura.
Tutti i funghi per vivere hanno bisogno di reperire composti organici già elaborati traendoli da piante o da animali vivi o morti. Schematicamente possiamo suddividerli in:
Funghi PARASSITI – che vivono a spese di organismi viventi soprattutto le piante
Funghi SAPROFITI – che vivono a spese di organismi morti in decomposizione;
Funghi SIMBIONTI – che vivono un rapporto di simbiosi con le piante attraverso le radici scambiandosi sostante nutritive.
Tutti e tre i gruppi sono necessari ed indispensabili alla salvaguardia dell’intero ecosistema.
Le specie eduli (commestibili) frequenti in Valle Roveto sono numerose: quelle di ottima qualità si trovano generalmente nei boschi di quercia, castagno e faggio ed appartengono al gruppo dei simbionti.
Per esempio: Amanita caesarea (Ovolo buono), Boletus aereus (Porcino nero), Boletus aestivalis (Porcino estivo o senape); Cantharellus cibarius (Galletto, Finferlo, Gallinaccio), Russula cyanoxantha (Colombina maggiore), Russula virescens (Verdone). Bisogna fare molta attenzione perché tra questi boschi troviamo anche la velenosa Amanita phalloides (Tignosa verdognola) fungo mortale.
Molte specie appartenenti al gruppo dei saprofiti possono trovarsi sia nei boschi che nei prati poiché si nutrono di sostanze morte in decomposizione. Per esempio: l’Agaricus arvensis (Prataiolo maggiore), Agaricus campestris, (Pratoiolo); la Clitocybe geotropa (Cimballo o rivoltato), la Clitocybe gibba (Imbutino o calice), Macrolepiota procera (Mazza di tamburo).
I funghi parassiti più conosciuti che troviamo in Valle Roveto sono: Fistulina hepatica (Lingua di bue), Armillaria mellea (Famigliola buona o chiodino), Grifola frondosa (Fungo reale). Anche tra i parassiti troviamo funghi tossici o velenosi come l’Omphalotus olearius (Fungo dell’ulivo) velenoso e l’ Hypholoma fascicolare (Falso chiodino) velenoso.
Si consiglia di non fare uso in cucina di funghi che, seppur commestibili, sono troppo maturi, legnosi o mal conservati, guasti e tarlati.
Alcune specie pur commestibili possono diventare più o meno tossiche qualora abbiano subito l’azione del gelo. Infine specie commestibili per alcuni soggetti, possono risultare nocive per altri a causa di personali intolleranze e allergie.
Usiamo la massima prudenza e attenzione.
Zaccaria De Blasis